San Pietro

Ultima modifica 28 dicembre 2023

Non tutti sanno che a Morazzone -oltre alle chiese di Sant’Ambrogio, di Santa Maria Madre e della Maddalena- esisteva un quarto edificio religioso, intitolato a San Pietro e ubicato a fianco dell’attuale Via Senzii, all’incirca a metà strada fra l’incrocio con Via Libertà e la collina della Maddalena. 

Non tutti sanno che a Morazzone -oltre alle chiese di Sant’Ambrogio, di Santa Maria Madre e della Maddalena- esisteva un quarto edificio religioso, intitolato a San Pietro e ubicato a fianco dell’attuale Via Senzii, all’incirca a metà strada fra l’incrocio con Via Libertà e la collina della Maddalena. 
Le notizie in nostro possesso sono davvero poche: la costruzione è antecedente alla fine del Duecento in quanto viene citata nel Liber Notitiae Sanctorum Mediolani del XIII secolo (memoria ecclesiarum sancti petri apostoli: morenzono, ecclesia sancti petri), ma fino al ‘500 non vi sono altre tracce nelle fonti scritte. 
Per quest’epoca le informazioni a disposizione sono quelle delle visite pastorali, ma anche quest’ultime non forniscono dati sulle dimensioni o sugli aspetti architettonici della struttura: probabilmente era una semplice chiesetta campestre, collocata su una via di passaggio ben frequentata e costituiva un piccolo luogo di sosta adatto ai fedeli che volevano fermarsi un momento in preghiera. Le condizioni della chiesa, già nella seconda metà del XVI secolo, dovevano apparire deteriorate se non ormai del tutto compromesse poiché padre Leonetto Clivone, inviato in paese per volere del Cardinal Borromeo, ne aveva stabilito la chiusura 
immediata. L’ordine tuttavia non venne rispettato in quanto solo due anni dopo, nel 1568, ulteriori direttive del Borromeo fanno capire come la situazione fosse rimasta 
pressoché immutata (Farete disfare la chiesa campestre in Morazone meza distrutta). 
Nel 1570 il Cardinale in persona si recò a Morazzone in visita e non solo la chiesa era ancora aperta, ma addirittura il sacerdote titolare Arcangelo Bossi continuava 
imperterrito ad ignorare l’obbligo di celebrarvi la messa settimanale e così il suo sostituto Giacomo Ghiringhelli, inattivo nell’ufficiarvi da ben tre anni. 
L’ultimo evento registrato risale al 1582 quando monsignor Bernardino Tarugi, mandato sempre dal Borromeo, impose la rimozione dell’altare entro quindici giorni, 
la celebrazione della relativa messa settimanale presso Sant’Ambrogio e l’impiego 
della rendita per finanziare la riparazione della casa parrocchiale. Da quel momento della chiesa di San Pietro non è rimasto alcun segno eppure, con 
una certa sorpresa, qualche testimonianza fisica deve essersi conservata poiché la sua presenza venne registrata nella mappa del Catasto Teresiano, redatta per il nostro 
territorio nel 1722. 


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