Le palle di cannone di via XXVI Agosto
Ultima modifica 28 dicembre 2023
Dando uno sguardo a questi cimeli, sembra proprio di rivivere quelle ore concitate durante le quali il paese si trovò sotto attacco da parte degli invasori austriaci
Una vivida testimonianza dello scontro d’arme del 26 agosto 1848 che ha visto i garibaldini opporsi con successo all’avanzata austriaca è offerta, oltre che dall’oggettistica conservata nella sede comunale di Via Mameli, dalle tre palle di cannone infisse sopra l’ingresso di un’abitazione privata al civico 36 di via XXVI Agosto, quello “stretto budello tortuoso” (come si legge in alcune pubblicazioni di metà ‘900) dove ha avuto teatro la cosiddetta Battaglia di Morazzone, uno dei tanti capitoli delle gloriose guerre d’indipendenza che portarono alla nascita del Regno d’Italia.
Dando uno sguardo a questi cimeli, sembra proprio di rivivere quelle ore concitate durante le quali il paese si trovò sotto attacco da parte degli invasori austriaci ma, grazie all’abilità di Garibaldi e allo spirito di sacrificio dei suoi volontari, il nemico non riuscì a penetrare nel cuore del villaggio e alla fine fu costretto, a causa del sopraggiungere della notte, a ritirarsi senza riuscire a catturare il Generale che poté così continuare la sua patriottica missione.
L’artiglieria imperiale sulla sera cominciò a fulminare la barricata uccidendone i difensori e vari altri che erano sdrajati sul lastrico della strada.
Intanto negli altri due capi del paese si rompeva ed abbarrava la via, la campana del Presbiterio suonava a stormo.
Corsa un’ora, il fuoco ricominciò più spesso e turbinoso.
Le bombe, le granate ed i razzi cadevano sui tetti; ardevano le case, gli urli dei combattenti, le grida degli abitanti e dei feriti, le rosse lingue di fiamme che salivano al cielo, le fumanti ruine, tutto ciò offeriva tale uno spettacolo che la sola immaginazione di Dante poteva descrivere.